Voto: 5/5
Autore: Fabienne Agliardi
Editore: Morellini, 2020
Pagine: 248
Genere: Narrativa italiana, Narrativa moderna e contemporanea
Prezzo: € 15.90 (cartaceo), € 5.99 (ebook)
Trama
Maia è una giornalista sulla soglia dei quarant'anni. Ogni giovedì si ritrova con quattro amici: un libraio con la fissa dell'ucronìa, una filosofa, un fanatico di Foscolo e un archeologo maneggione. Una sera, tra i convenuti viene lanciata la fatidica domanda: «Qual è il primo libro che avete scelto di leggere?». Da qui Maia decide di ripercorrere la propria vita attraverso le sue "prime volte": il primo amore, il primo giorno di scuola, la prima neve, il primo appuntamento, il primo brutto voto, "quella" prima volta, e così avanti... Un divertente excursus fatto di tante sliding doors, connotato da un umorismo tagliente, in un alternarsi continuo di momenti nostalgici, situazioni surreali, difficoltà impreviste, battesimi obbligati e prove da superare, con l'immancabile compagnia di un'ironia cinica e smaliziata. Dal 1976 al 2017, le venti prime volte che contano di Maia attraversano quattro decenni di vita; sullo sfondo, una Milano che cambia insieme a lei. Sfuocate o nitide, le nostre prime volte le ricordiamo sempre: pezzi infrangibili di una galleria fotografica personale, sono tanto simili quanto diverse per ciascuno di noi. Presentazione di Sara Rattaro.
Recensione
Il romanzo di esordio di Agliardi è un libro divertente e ironico che si legge con il sorriso sulle labbra.
Come sfondo il lettore trova una Milano che cambia con la protagonista, Maia Mao. Essa racconta al lettore le sue prime venti volte, un susseguirsi di momenti salienti della sua vita dal 1976 al 2017. Una giornalista quarantenne che, a partire dalla domanda "qual è stato il primo libro che hai letto?" posta da un amico facente parte del gruppo di incontri culturali, ripercorre le tappe più importanti della sua vita. Il tutto iniziando con la dichiarazione del suo primo libro letto: "I miei primi quarant'anni" di Marina Ripa di Meana. Già qui troviamo il messaggio di non prendersi troppo sul serio che vuole trasmettere l'autrice al lettore.
Con uno stile brillante e un ritmo cadenzato che rende gradevole la lettura, Agliardi racconta delle prime volte significative della protagonista. Esse spaziano dall'amore alla scuola, dalla neve al cinema con l'alternanza di luce e buio come è la vita con i suoi eventi imprevedibili portatori di gioia e dolore. Non mancano i contatti con la malattia e la morte.
Un romanzo che sicuramente fa stilare, nel lettore, una personale lista di prime volte. Un volume fresco, originale, che scorre veloce e che qualche volta fa soffermare il lettore su dettagli apparentemente dimenticati, su piccole e preziose storie che si hanno nei cassetti della memoria e che bisogna solo riprendere in mano. Proprio come se si stesse sfogliando un album di fotografie.
Un opera prima assolutamente meritevole di lettura. Leggera, ma con fine sensibilità.
Alcune note su Fabienne Agliardi
Fabienne Agliardi avrebbe dovuto chiamarsi Gaetana solo per ereditare una casa da una vecchia zia senza figli. Tuttavia, al fotofinish, i genitori preferirono un nome esotico; così la casa andò in beneficenza e lei deve pagarsi il mutuo. Vive a Milano con marito, figlia e gatta. Giornalista, laureata in Lingue con una tesi sulle parodie, collabora con Mondadori ed è Direttore Editoriale di Teatro.it, ma la pagnotta se la guadagna lavorando nella Comunicazione della Direzione Alumni dell'Università Bocconi. Il suo primo racconto risale al 1987 ed è stato pubblicato sul giornalino del convento dei frati cappuccini di Salò, al tempo presieduto da suo zio Padre Pierfranco. Dopo tre anni di scuola di scrittura e alcuni concorsi dove si è ben piazzata con racconti brevi, ha pensato fosse giunta l’ora di andare oltre le cinque pagine. Buona la prima – venti prime volte che contano è il suo primo romanzo.
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