Autore: Lee Alan Dugatkin, Ljudmila Trut
Traduttore: Valentina Marconi
Editore: Adelphi, 2022
Pagine: 282
Genere: Saggi, Ambiente
Prezzo: € 24.00 (cartaceo), € 11.99 (ebook)
Trama
«Non esistono condizioni ideali in cui scrivere, studiare, lavorare o riflettere, ma è solo la volontà, la passione e la testardaggine a spingere un uomo a perseguire il proprio progetto» affermò Konrad Lorenz. Nel caso di Ljudmila Trut, a queste caratteristiche potremmo aggiungerne un'altra: «un amore patologico per gli animali». Fu questa la molla che nel 1958 indusse la giovane studentessa dell'Università statale di Mosca ad accettare con entusiasmo la proposta di Dmitrij Beljaev di partecipare al progetto più ambizioso mai tentato nel campo dell'evoluzione e del comportamento animale: trasformare la volpe in cane. Si trattava di replicare, in qualche decennio, l'evoluzione, durata quindicimila anni, che ha portato dal lupo al cane, e senza alcuna manipolazione genetica, ma facendo riprodurre selettivamente, generazione dopo generazione, gli esemplari meno aggressivi nei confronti dell'uomo. Se avesse avuto successo, l'esperimento avrebbe dato risposta a molte domande irrisolte che riguardano la domesticazione, a cominciare da quella che aveva stimolato Beljaev: com'è possibile che un feroce predatore si sia tramutato in un animale da compagnia? L'anno seguente, nello scenario da fiaba di una sperduta località siberiana - e con l'alibi di migliorare la produzione di pellicce, perché gli studi di genetica erano banditi dall'ortodossia sovietica -, ebbe inizio la grande avventura.
Recensione
La domesticazione del cane, a partire dal lupo selvatico, ha richiesto migliaia di anni. Oggi si sa che è avvenuta fra i 25000 e i 40000 anni fa. È stato un evento cruciale nel percorso dell’uomo dato che ha migliorato le condizioni di vita dei nostri antenati, grazie ai cani le comunità cacciavano meglio, erano più al sicuro e col tempo riuscirono a domesticare anche altre specie.
Negli anni ’50 del Novecento uno zoologo russo si è chiesto se non si potesse provare a ricreare questo processo di domesticazione. Il candidato ideale risulta la volpe, nonostante ci siano comunque delle differenze fra le due specie (la socialità prima di tutto; il lupo è una specie sociale, la volpe solitaria). Dopo aver ottenuto il via libera, Dmitrij Beljaev mette a punto un esperimento che per risultati e continuità (dura tuttora) è stato definito dal “New York Times” l’esperimento più strabiliante mai condotto nel campo dell’allevamento animale. Al suo fianco la brava etologa Lyudmila Trut. L’esperimento prende il via nel 1959 in Siberia; gli allevamenti di volpi da pelliccia forniscono gli animali necessari per le prime fasi dello studio. Uno degli obiettivi principali riguarda il comprendere se il comportamento ha una base genetica oppure no?
L’esperimento, condotto in Siberia, si basa su un procedimento semplice: incrociare fra loro le volpi che si mostrano più mansuete e che non sono troppo aggressive nei confronti dell’uomo. Beljaev e Trut, insieme a molti aiutanti, effettuano moltissimi incroci nel corso dei decenni, ottenendo ben presto dei risultati strabilianti. Col passare delle generazioni, nelle volpi iniziano a comparire tratti fisici e comportamentali tipici degli animali addomesticati. Le volpi appaiono più piccole e tonde, i loro musi meno appuntiti e spigolosi. Quando si trovano in compagnia degli esseri umani, non sono aggressive, anzi, cercano il contatto e addirittura abbaiano in presenza degli estranei che non conoscono. Lentamente si trasformano in qualcosa di diverso dalle volpi selvatiche, in animali abituati alla compagnia umana e capaci di sfruttare il legame con gli esseri umani a proprio vantaggio.
Pur dovendo attraversare periodi difficili, dovuti alla chiusura del mondo sovietico, Beljaev e Trut sono riusciti a far proseguire l’esperimento fino a oggi (Baljaev è morto negli anni ’80, ma Trut continua a supervisionare l’esperimento). Hanno dimostrato che il comportamento animale ha una base genetica, ma dipende anche dalle condizioni in cui gli animali sono cresciuti. Oggi il loro sforzo scientifico è conosciuto in tutto il mondo e le volpi addomesticate sono una prova incredibile dell’efficacia della selezione artificiale.
Questa storia, conosciuto perlopiù nel mondo accademico, oggi, per fortuna, viene raccontata, nella sua interezza, al pubblico con questo libro scritto dalla stessa Trut e del biolo e saggista Lee Alan. Un saggio molto bello, alla portata di tutti e interessante che si legge come un romanzo; consigliato a coloro che amano gli animali e i grandi esperimenti scientifici.
Alcune note su Lee Alan Dugatkin
Lee Alan Dugatkin è professore di biologia presso il Dipartimento di Biologia dell'Università di Louisville. È un ecologista comportamentale e storico della scienza e la sua principale area di interesse di ricerca è l'evoluzione del comportamento sociale. Ha parlato in più di 170 università in tutto il mondo ed è autore di oltre 180 articoli su evoluzione e comportamento.
Alcune note su Ljudmila Trut
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