Voto: 4/5
Autore: Ferzan Ozpetek
Editore: Mondadori, 2020
Pagine: 168
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Trama
È una domenica mattina di fine giugno e Sergio e Giovanna, come d'abitudine, hanno invitato a pranzo nel loro appartamento al Testaccio due coppie di cari amici. Stanno facendo gli ultimi preparativi in attesa degli ospiti quando una sconosciuta si presenta alla loro porta. Molti anni prima ha vissuto in quella casa e vorrebbe rivederla un'ultima volta, si giustifica. Il suo sguardo sembra smarrito, come se cercasse qualcuno. O qualcosa. Si chiama Elsa Corti, viene da lontano e nella borsa che ha con sé conserva un fascio di vecchie lettere che nessuno ha mai letto. E che, fra aneddoti di una vita avventurosa e confidenze piene di nostalgia, custodiscono un terribile segreto. Riaffiora così un passato inconfessabile, capace di incrinare anche l'esistenza apparentemente tranquilla e quasi monotona di Sergio e Giovanna e dei loro amici, segnandoli per sempre. Ferzan Ozpetek, al suo terzo libro, dà vita a un intenso thriller dei sentimenti, che intreccia antiche e nuove verità trasportando il lettore dall'oggi alla fine degli anni Sessanta, da Roma a Istanbul, in un emozionante susseguirsi di colpi di scena, avanti e indietro nel tempo. Chi è davvero Elsa Corti? Come mai tanti anni prima ha lasciato l'Italia quasi fuggendo, allontanandosi per sempre dalla sorella Adele, cui era così legata? Pagina dopo pagina, passioni che parevano sopite una volta evocate riprendono a divampare, costringendo ciascuno a fare i conti con i propri sentimenti, i dubbi, le bugie.
Recensione
La lettura di questo romanzo fa capire quanto Ozpetek sia un uomo, autore e regista, capace di scandagliare l’animo umano e scuotere le coscienze come un vero e proprio prestigiatore dei sentimenti.
Come ogni domenica a pranzo, in casa di Sergio e Giovanna, si riuniscono gli amici più cari Lorenzo e Annamaria, Giulio ed Elena. Una rassicurante routine, che sta per essere interrotta da un ospite inatteso. Un elemento inaspettato ed estraneo capace di far crollare finte certezze, suscitare riflessioni, per poi condurre alla considerazione dell’importanza di vivere all'insegna della sincerità e della verità.
«Questo episodio mi ha fatto riflettere sulle occasioni perdute. Chissà quante ne collezioniamo nel corso di una vita, senza potercene mai rendere conto…»
In questo thriller entrano in gioco emozioni forti e la verità è sfuggente. Spesso, portare alla luce la verità, implica la perdita di qualcosa, a volte di tutto. Del rispetto di se stessi o di chi amiamo, della tranquillità e della libertà. Ma in fondo non è soltanto una mera illusione possedere tutto ciò, quando la propria vita si basa su ipocrisie e bugie?
«Cosa siamo disposti a sacrificare pur di non rinunciare alla considerazione che abbiamo di noi stessi? Al nostro amor proprio? Fin dove possiamo spingerci? Sono domande che, a volte, mi faccio. Tu no?»
Gesti ed emozioni, attraverso le parole dell'autore, diventano tangibili da avere l’impressione di poterli osservare in tutte le sfumature possibili.
Il romanzo è un inquietante resoconto della vita umana trascorsa nell'ipocrisia e tra le false priorità. I rapporti affettivi e sentimentali, intrattenuti con persone non meritevoli del nostro amore o mantenuti in vita da interessi e convenienze, non possono che portare alla perdita di se stessi.
«Il dolore riapre antiche ferite e mi costringe a ripensare a tutto ciò che ho perso.»
La soddisfazione di bisogni fittizi, apparentemente indispensabili, a lungo termine, acquista un valore assoluto negativo rispetto al costo derivante dalla perdita della felicità e della libertà.
Fingere di non conoscere la verità concede solo un’illusione di vivere meglio.
«Dolore. Una parola che dice tutto, ma non spiega nulla. Hai mai notato che contiene il termine «dolo»? C’è ambiguità nella sofferenza. E solo tu puoi sapere quanto me fin dove possa portare. Quando ami davvero, devi essere pronta a tutto. Al fulmine e alla tempesta. Alla pioggia e alla siccità. Non puoi sapere fin dove ti spingerà quel sentimento che ti consuma. Non riesci nemmeno a distinguere la felicità dalla disperazione, perché in amore spesso l’una è la ragione dell’altra.»
Presto o tardi, finzione e falsità si presenteranno alla nostra porta, quando non le aspettiamo, forse non nei panni di Elsa e Adele, ma come loro, in un giorno qualsiasi della nostra esistenza, e ci porteranno da pagare un conto molto salato.