Autore: Adriana Valerio
Editore: Il Mulino, 2022
Pagine: 168
Genere: Saggi, Società
Prezzo: € 14.00 (cartaceo), € 9.99 (ebook)
Trama
Le donne che hanno provocato scosse inaspettate e scardinato gli equilibri del loro tempo hanno pagato a caro prezzo le proprie scelte. Tante di loro sono state considerate eretiche e per questo condannate, perseguitate, ridotte al silenzio. L’eresia è stata studiata attraverso i protagonisti maschili, mentre poca attenzione è stata riservata alle provocatorie e alternative esperienze femminili. Per colmare questo vuoto e restituire al concetto di eresia il valore originario di scelta, Adriana Valerio ripercorre due millenni di storia raccontandoci le vite di donne – dalle montaniste a Margherita Porete, da Giovanna d’Arco a Marta Fiascaris fino alle donne dell’Anticoncilio del 1869 e alle moderniste – tutte decise a lottare, conoscere, predicare ed esercitare ministeri in nome di una nuova chiesa inclusiva e senza confini.
Recensione
La Storia è piena di eresie, una più orribile dell’altra. L’eresia è l’errore premeditato, la falsità diabolica, il tradimento, e necessita di punizioni esemplari quali la degradazione, la radiazione, il gulag, il rogo. In origine, però, era il contrario. La parola deriva dal greco háiresis, che significa semplicemente “scelta tra varie possibilità”. Il significato di eresia, nell’accezione più comune, ovvero religiosa, si è capovolto molti secoli fa e lo stesso concetto è diventato un’arma del potere. In particolare di potere maschile. Ne hanno fatto le spese, non solo in ambito religioso, molti uomini e molte donne, per le quali la natura femminile è stata considerata un’aggravante.
Nell’introduzione a questo saggio, l'autrice, teologa e studiosa del rapporto tra la donna e la Chiesa, precisa subito i termini della questione. Dalla definizione originaria neutra, in breve, l’eresia è diventata un crimine. Poco dopo la morte del "Gesù storico", infatti, la Chiesa ha strutturato il suo potere e costruito una fortezza gerarchica in cui alcuni capi hanno imposto una visione della fede e della Chiesa autocratica e piramidale, a capo della quale è stato collocato il vescovo di Roma. Mentre le comunità cristiane primigenie si distinguevano tra loro per opinioni e pratiche diverse, la Chiesa centralizzata e romanizzata stabilì, per mantenere e consolidare il proprio potere, che solo una interpretazione dei testi sacri era consentita, che di detti testi solo alcuni erano da considerarsi autentici, che gli scostamenti dalla dottrina stabilita erano da considerarsi fuorvianti da un punto di vista dottrinale, morale e disciplinare e le donne che li propugnavano andavano allontanate e perseguitate.
Il fulcro di questo libro, però, è che, nella storia della repressione dell’eresia, l’autorità che l’ha sempre definita e punita è sempre stata maschile. Alle donne è stato riservato uno spazio estremamente marginale nell’elaborazione dei principi guida e delle pratiche sociali. Inoltre, negli studi riguardanti i movimenti ereticali, c’è una vistosa lacuna: la storiografia ha minimizzato l’eresia femminile.
Le donne che hanno sostenuto posizioni difformi dall’ortodossia sono state molte, e tutte hanno preso a modello proprio la figura di Gesù, denunciando la ricchezza e il potere, affermando il primato dello Spirito, ridimensionando il ministero sacerdotale, affermando una Chiesa e la stessa immagine divina inclusive, con pari dignità per donne e uomini. Nel Novecento, addirittura, la teologa “eretica” Elisa Salerno accusa la Chiesa cattolica di eresia antifemminista perché sostiene idee difformi dall’insegnamento evangelico.
L’azione rivoluzionare delle eretiche, per contro, è sempre stata sminuita e bollata di ignoranza, presunzione e isteria. Nonostante ciò, questo donne, hanno scardinato punti nodali del potere maschile: il principio di autorità, che non può essere legato alla gerarchia ecclesiastica; il ruolo profetico, che Dio può attribuire a chiunque; l’esperienza mistica; il rapporto tra legge e libertà. A differenza degli uomini che hanno contestato l’autorità e sostenuto la libertà individuale evangelica, però, alle donne sono seguite altre contestazioni: quelle legate alla decenza, al comportamento, alla morale. Nella dottrina tradizionale l’uomo, fatto da Dio a Sua immagine, è anche depositario di un potere che gli permette di compiere scelte sbagliate in seguito al libero arbitrio; la donna, creata al solo scopo ricreativo dell’uomo, tentatrice, responsabile della cacciata dal Paradiso Terrestre e quindi fonte di rovina dell’umanità, è repressa a causa della sua stessa natura.
Questo saggio prende in considerazione le eretiche di tutte le epoche, a cominciare proprio da quella in cui il concetto di eresia, da sinonimo di libera scelta, diventa crimine, e analizza il momento in cui testi misogini, spesso apocrifi, vengono considerati più rilevanti di altri, con la conseguenza che le leader spirituali di molte comunità subiscono censure e accuse. Gesù, è l’accusa, era maschio, gli apostoli pure, i vescovi e i sacerdoti anche, Dio è Padre: come può una donna aspirare alla libertà spirituale o addirittura al ruolo sacramentale? E non importa che religiose, mistiche, predicatrici, leader di comunità ribattano citando proprio le parole di Gesù. Le punizioni, ovviamente, sono sempre state molto pesanti.
Molti sono i nomi e molte le storie citate dalla studiosa, e non mancano, sorprendentemente, casi recenti: nel 2002 sette donne cattoliche tedesche hanno ricevuto l’ordine sacerdotale da un vescovo argentino e sono state prontamente scomunicate. In Francia è nato il gruppo Toutes apôtres! (Tutte apostole!) allo scopo di aprire il ministero sacerdotale alle donne e sono sempre più frequenti gli appelli alla Chiesa perché modifichi il proprio atteggiamento riguardo alla partecipazione femminile, alla sessualità, al celibato.
Senza mai banalizzare, ma con una prosa assai piacevole, l'autrice offre al lettore un’occasione preziosa di riflessione. Con competenza e una lucida analisi, guida in questo affascinante viaggio nella storia, vista dalla parte di chi è stato messo al bando.
Un libro da leggere assolutamente, se amate la bella prosa, la ricostruzione storica, e le vicende narrate da una prospettiva tutta femminile.
Alcune note su Adriana Valerio
Adriana Valerio ha insegnato Storia del cristianesimo e delle chiese nell’Università Federico II di Napoli. Dirige la collana internazionale e interconfessionale «La Bibbia e le donne». Tra le sue ultime pubblicazioni: «Le ribelli di Dio» (Feltrinelli, 2014), «Donne e Chiesa» (Carocci, 2016), «Il potere delle donne nella Chiesa» (Laterza, 2017) e, per il Mulino, «Maria di Nazaret» (2017).
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