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RECENSIONE: Guardate meglio. Perché l'abitudine ci rende ciechi (Tali Sharot, Cass R. Sunstein)




Autore: Tali Sharot, Cass R. Sunstein

Traduttore: Virginio B. Sala

Editore: Raffaello Cortina Editore, 2024

Pagine: 252

Genere: Saggi, Psicologia

Prezzo: € 20.00 (cartaceo), € 13.99 (ebook)

Acquista: Libro, Ebook


 

Trama

Avete mai notato che quello che vi entusiasma il lunedì, il venerdì vi sembra noioso? Relazioni, lavori, persino i capolavori dell’arte dopo un po' perdono il loro fascino. A un certo punto, non facciamo più caso a ciò che c’è di buono nelle nostre vite, e non notiamo più nemmeno ciò che non va. Ci abituiamo all’aria inquinata, tolleriamo relazioni tossiche, giustifichiamo qualsiasi deriva autoritaria e corriamo rischi inutili. Ma è possibile iniziare a vedere tutto in modo nuovo? Tornare ad apprezzare ciò che funziona e provare a cambiare quello che invece non ci rende felici?


Recensione

Il cervello umano, per sopravvivere, deve evitare l’abitudine e dare la priorità a ciò che è nuovo e diverso. Quando succede qualcosa di sorprendente o di inatteso quest’organo risponde con grande intensità. Quando, invece, tutto è prevedibile risponde di meno e qualche volta non risponde affatto.


Questo saggio mette in evidenza, con numerosi esempi, come l’abitudine, che i due autori chiamano abituazione, comporti l’inibizione attiva fra neuroni diversi e quindi la mancanza di risposte alle cose che non cambiano.


L'abitudine toglie il piacere a esperienze che la prima volta appaiono eccitanti. E’ possibile evitare l’abituazione? Le pause, consigliano i ricercatori, riducono la tendenza ad adattarsi, ed anche una breve vacanza può innescare la disabituazione evitando, nei casi più critici, di entrare in depressione. Alcuni cercano la varietà, e sono elettrizzati dalla prospettiva del nuovo; altri temono invece gli orrori di un cambiamento disastroso che, soprattutto se improvviso o non programmato, può generare tensione o disagio. Eppure la maggior parte delle persone si adatta alla nuova situazione, alla nuova città come al nuovo lavoro o alla nuova casa e, in molti casi, finisce per essere riluttante a tornare indietro. E’ difficile valutare a priori cosa succede nella nostra mente, ma le statistiche dimostrano che, dopo breve tempo, le persone che temono di soffrire sono in realtà felici come quelle che accettano o desideravano il cambiamento


Una ricerca svolta tra studenti sottoposti a un periodo di prova difficile e indesiderato ha messo in evidenza che la temuta esperienza, già dopo una settimana, si dimostra meno dolorosa, e alla quarta o quinta settimana non viene più percepito alcun disagio. Saper prevedere l’abituazione, scrivono gli autori, è dunque molto importante, per non lasciarsi spaventare e non rinunciare per questo a possibili cambiamenti. Trovarsi in un ambiente del tutto nuovo, per esempio, invita a trovare nuove soluzioni possibili e aumenta la flessibilità del pensiero, mentre l’abituazione la riduce. In ogni caso, dalle indagini dei due scienziati, risulta l’importanza per tutti di perseguire uno scopo per la vita, e spesso la gioia di dare agli altri provoca meno abituazione della ricerca della felicità per se stessi.


Tra i diversi esempi presentati, gli scienziati esplorano le tante situazioni in cui il cambiamento provoca benessere documentando l’incredibile resilienza dello spirito umano.

La creatività rappresenta una risorsa fondamentale e la fantasia è un ingrediente utile. Ma quando questa porta ad alterare completamente la realtà e ad entrare nel regno della menzogna ecco che devono scattare sistemi di allarme. Ci si può abituare a mentire, ed è molto importante intervenire in tempo per disabituare i bambini alla menzogna. Infatti  la cosiddetta "erosione etica" che inizia gradualmente con una serie di trasgressioni minori si può poi stabilizzare in modo definitivo. Ci si può abituare anche al rischio, proseguono gli autori, e questo porta il cervello a stimare il pericolo in misura sempre minore, e ad allontanarsi sempre più da elementari norme di sicurezza. Avendo sempre meno paura si prendono sempre meno precauzioni, ed anche in questi casi il cambiamento, il rimescolare le carte può attivare una utile disabituazione.


L’ultima parte del libro analizza i casi in cui l’abituazione impedisce di rilevare antichi pregiudizi e di accorgersi di quanto e come certe situazioni sociali siano cambiate. Per esempio, si continua ad usare con indifferenza un certo tipo di linguaggio senza notare che, al giorno d’oggi, questo è veramente discriminante o offensivo, razzista o maschilista. Se ne accorgono invece le persone che non sono completamente abituate, quelle che gli autori chiamano "imprenditrici della disabituazione" e che sono pronte ad agire nella direzione che ritengono giusta.


Gli autori concludono ricordando quanto la percezione di una situazione e la capacità di valutarla dipendono da cosa è prevalente in quel momento. Dando socialmente importanza a cose diverse cambia di conseguenza anche il modo di percepirli. Incontri con persone, tradizioni  e modi di vita nuovi cambiano il genere di realtà di cui siamo abituati e le moderne tecnologie, che fanno sempre più parte del nostro quotidiano, possono diventare "macchine di disabituazione" capaci di offrirci nuove prospettive sul mondo.


Consiglio questo libro a tutti coloro che cercano un saggio capace di fornire al lettore strumenti per raggiungere la "disabituazione" e cosi mantenere sempre uno stato di progressione.


 

Alcune note su Tali Sharot

Tali Sharot, neuroscienziata di fama mondiale, insegna Neuroscienze cognitive presso lo University College di Londra, dove ha fondato e dirige l’Affective Brain Lab. Nelle nostre edizioni ha pubblicato Guardate meglio (con Cass R. Sunstein, 2024).


Alcune note su Cass R. Sunstein

Cass R. Sunstein è Robert Walmsley University Professor presso la Harvard Law School, dove è fondatore e direttore del programma di studi in Economia comportamentale e politiche pubbliche. Nudge. La spinta gentile (Feltrinelli, 2014) è un manuale cardine dell’economia comportamentale. Nelle nostre edizioni ha pubblicato Guardate meglio (con T. Sharot, 2024).


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