RECENSIONE: Il richiamo del dirupo (Mìcol Mei)
- Dalla carta allo schermo
- 1 mag 2022
- Tempo di lettura: 3 min


Autore: Mìcol Mei
Editore: Miraggi Edizioni, 2021
Pagine: 128
Genere: Narrativa italiana, Narrativa moderna e contemporanea
Prezzo: € 12.00 (cartaceo), 6.49 (ebook)
Trama
Il Pallido Rifugio è una grande casa vittoriana sospesa su una scogliera a picco sull'oceano, dove si ritrovano una ex tennista, un giovane scultore di successo, una madre che ha perso le tracce della figlia e un giovane affetto da una rara malattia che gli rende la pelle blu. Tutti hanno risposto a un annuncio sul giornale, accettando l'invito del fantomatico e irreperibile proprietario della casa, tal Felice Hernandez, a trascorrervi un periodo in cambio della redazione di un diario del loro soggiorno. Tutti hanno i loro motivi per fuggire, per isolarsi in un luogo letteralmente alla fine del mondo. Ma in quella casa persino il tempo sembra scorrere in modo diverso... Sembrano i perfetti ingredienti per una classica storia del mistero, ma qualcosa non torna. Ben presto l'intreccio dei racconti dei protagonisti si rivela un altro e più profondo viaggio, che trascina il lettore nella regione dei fantasmi della mente, nel pozzo delle ferite dell'anima, della sofferenza da cui soltanto può nascere la felicità. O la possibilità di essere almeno qualcosa. Qualcosa più di niente.
Recensione
Questo romanzo è particolare in quanto, al suo interno, vengono analizzate maggiormente le storie dei protagonisti piuttosto che la struttura narrativa dell’intera vicenda.
Si può riassumere l’intera trama come una segregazione volontaria di personaggi per risucchiare l’essenza della vita per un fine indecifrabile che viene svelato solamente nelle ultime pagine, lasciando il lettore decisamente sconcertato.
La storia ricostruisce le dinamiche che hanno portato al crollo del Pallido Rifugio, edificio molto particolare costruito in stile vittoriano a picco sul mare dal proprietario Felice Hernandez. La signora Siviero è l’unica testimone a esporsi riguardo al crollo. Gli altri testimoni vogliono rivelare la loro identità, ma viene apprezzato il contributo offerto alla ricostruzione dei fatti.
Il Signore Felice Hernandez decidere di dare in affitto la propria villa a quattro persone che sono accuratamente selezionate da lui stesso. Felice non offre una normale villeggiatura: chi si mostra interessato deve dichiarare perché è così interessato a soggiornare nella villa, alle particolari condizioni imposte dal proprietario. Gli ospiti vengo scelti e l’impeccabile Signora Siviero è a capo di questa insolita comitiva, garantendo il rispetto dei voleri del proprietario.
Persone sconosciute possono trovarsi unite per svariate ragioni e quelle dei quattro
protagonisti, gradualmente, vengono svelate e sono tutte riconducibili ad un disagio nel rapporto con sé stessi e, di conseguenza, con gli altri. Nelle storie degli ospiti si ritrovano emarginazione, sfruttamento, violenza e sottomissione.
Perché l’edificio è crollato? La selezione è andata a buon fine? Gli ospiti riescono a conoscere Felice e a salvarsi?
Il lettore trova sicuramente la risposta in questo piccolo, ma denso libro in cui la scrittrice racconta con schiettezza fin dove può scendere l’animo umano, trasmettendone il turbamento che ne deriva.
Un romanzo che offre anche colpi di scena, scritto da un’autrice appassionata di diverse forme culturali. L’armonia del romanzo è rafforzata dalla poesia e dai diversi riferimenti culturali.
Consiglio questo libro a chi cerca una storia originale e imprevedibile in ogni sua sfumatura.
Alcune note su Micol Mei
Mìcol Mei (1988), scrittrice, accanita cinefila e traduttrice, vive a Torino. Bilingue italiano/inglese (ma conosce anche diverse altre lingue), dopo anni di sperimentazioni artistiche con fotografia concettuale arricchita di interventi pittorici, che le sono valse differenti riconoscimenti e premi, si laurea in Relazioni Internazionali interessandosi per lo più di Antropologia e Cina. Per mantenersi gli studi lavora come libraia e posa come modella d’arte. Lavora nella comunicazione per l’arte contemporanea e come editor e traduttrice freelance. Scrive per anni articoli per differenti riviste specializzate di natura economico-sociopolitica, di tennis in rapporto alla cultura e di Asia in senso più ampio.
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