Autore: Juan José Saer
Traduttore: Luisa Pranzetti
Editore: La Nuova Frontiera, 2023
Pagine: 192
Genere: Narrativa straniera, Narrativa moderna e contemporanea
Prezzo: € 16.90 (cartaceo), € 10.99 (ebook)
Acquista sito editore: https://www.lanuovafrontiera.it/prodotto/iltestimone/
Trama
Da qualche parte al di là dell'Oceano, negli anni della conquista e della ricerca delle Indie, un mozzo di quindici anni viene catturato da una tribù di indios. Scoprirà subito che sono cannibali ma, a differenza di quanto avvenuto ai suoi compagni, non è destinato alla graticola: gli indios si aspettano altro da lui. Anno dopo anno la sua cattività si prolunga, monotona e tranquilla, mentre davanti ai suoi occhi si dispiegano gli usi, i costumi e la visione del mondo di quegli indios. Lui riferisce tutto fedelmente al lettore, minuzioso nei particolari, anche i più inquietanti, anche i meno comprensibili. Poi un giorno, all'improvviso, gli indios lo mettono su una canoa carica di regali e lo abbandonano alla corrente; più tardi una nave spagnola lo raccoglie. Tutto il resto della sua lunga vita sarà marcato da quegli anni, la sua avventura diventerà leggenda e lui stesso ne trarrà un canovaccio di successo.
Recensione
Questo è un libro di avventura la cui storia tra la sua ispirazione, nel periodo storico delle grandi spedizioni alla scoperta delle Indie, dalla suggestiva descrizione di un giovane mozzo che viene fatto prigioniero da una tribù cannibale di Indios.
Tutto inizia con il viaggio, l’eccitazione febbrile del giovane mozzo che si imbarca in mare per vedere le Indie. L'autore però non vuole scrivere un romanzo di avventura, questo libro è una meditazione sulla storia, l’umanità e il linguaggio.
Dopo aver trascorso i lunghi e monotoni mesi di navigazione il viaggio della nave si interrompe sulle coste sudamericane in un punto imprecisato del Río de la Plata, dove il giovane mozzo diventa il prigioniero di una tribù di Indios, l’unico sopravvissuto della spedizione. Tutti i suoi compagni vengono ammazzati e poi divorati durante un selvaggio banchetto cannibale.
L’incontro tra il mozzo e gli Indios riflette lo scontro tra colonialisti europei e nativi americani, destinati a soccombere alla forza devastatrice dei guerriglieri d’oltreoceano.
Per dieci anni il testimone resta prigioniero di quel mondo, si mescola alla popolazione locale, si disabitua così tanto alla vecchia vita da arrivare a dimenticare la lingua madre. Quando viene liberato e fa ritorno in Europa il suo sguardo è cambiato. Soltanto da vecchio torna a meditare sull’avventura in terra straniera, si butta sulla scrittura e ricorda con nostalgia, in uno stato allucinato in cui gli viene naturale chiedersi che fine abbiano fatto gli Indios, se siano tutti morti. Che ne è stato del loro mondo sotto la sferza dell’uomo predatore, e perché nessuno si è sforzato di donare loro gentilezza.
In un primo momento, il libro sembra un classico racconto d'avventura in cui un europeo civilizzato si trova di fronte a un mondo esotico e selvaggio da cui fuggire terrorizzato per la sua crudeltà. Tuttavia, l'autore, sovverte questo modello letterario per esporre dissertazioni filosofico che però non risultano mai separate dalla narrazione stessa. I veri protagonisti del romanzo sono le parole e il linguaggio. La scrittura è complessa e sottile ed è possibile rilevare la cura e la precisione con cui lo scrittore argentino ha scelto ogni parola, ogni frase, ogni struttura.
Una lettura che consiglio a tutti coloro che cercano qualcosa di più profondo di un semplice romanzo di avventura.
Alcune note su Juan José Saer
Juan José Saer è stato uno dei grandi scrittori argentini della seconda metà del Novecento. Trasferitosi a Parigi nel 1968, ha lavorato come professore di letteratura all’Università di Rennes. La Nuova Frontiera ha già pubblicato: Cicatrici, L’indagine, Le nuvole, Glossa, Il fiume senza sponde e L’occasione.
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