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RECENSIONE: L'enigma della camera 622 (Joel Dicker)

Aggiornamento: 21 mar 2021



Voto: 4/5

Autore: Joël Dicker

Editore: La nave di Teseo, 2020

Pagine: 640

Genere: Narrativa straniera, Gialli

Prezzo: € 22.00 (copertina), € 9.99 (ebook)

Acquista: Libro, Ebook


 

Trama

Un fine settimana di dicembre, il Palace de Verbier, lussuoso hotel sulle Alpi svizzere, ospita l'annuale festa di una importante banca d'affari di Ginevra, che si appresta a nominare il nuovo presidente. La notte della elezione, tuttavia, un omicidio nella stanza 622 scuote il Palace de Verbier, la banca e l'intero mondo finanziario svizzero. L'inchiesta della polizia non riesce a individuare il colpevole, molti avrebbero avuto interesse a commettere l'omicidio ma ognuno sembra avere un alibi; e al Palace de Verbier ci si affretta a cancellare la memoria del delitto per riprendere il prima possibile la comoda normalità. Quindici anni dopo, un ignaro scrittore sceglie lo stesso hotel per trascorrere qualche giorno di pace, ma non può fare a meno di farsi catturare dal fascino di quel caso irrisolto, e da una donna avvenente e curiosa, anche lei sola nello stesso hotel, che lo spinge a indagare su cosa sia veramente successo, e perché, nella stanza 622 del Palace de Verbier.


Recensione

Uno degli aspetti più interessanti del nuovo romanzo di Joël Dicker è il gioco di specchi che l’autore costruisce, una mise en abyme continua. Questo romanzo rientra di diritto nelle produzioni a cui l'autore ci ha abituato nel corso degli ultimi anni con romanzi come Il Libro dei Baltimore e La Scomparsa di Stephanie Mailer: Libri che, nonostante la mole, si lasciano divorare, rendendosi capaci di incantesimi che incatenano la curiosità del lettore e non la lasciano andare finché anche l’ultima pagina non è stata archiviata.

Ritornano anche alcuni punti fermi della produzione: non solo la figura centrale di uno scrittore e/o dell’arte della scrittura, ma anche il racconto che si dispiega su due linee temporali molti diverse e che è, più di tutti, il marchio distintivo dello scrittore. Questo fa sì che il lettore sia impegnato su due livelli: da una parte conoscere e scoprire i dettagli di quello che è avvenuto nel passato, dall'altra seguire da vicino le indagini dello scrittore e della scoppiettante Scarlett.

Il tutto viene condito con colpi di scena e cambi di direzione inaspettata che danno soddisfazione a chi legge e soprattutto non permettono mai dei cali di attenzioni né dei rallentamenti in un ritmo che è sempre molto ben calibrato e che, soprattutto, non viene messo in primo piano a discapito della costruzione dei personaggi.

Ogni personaggio che appare nel libro è sempre molto caratterizzato e, per questo, molto credibile. Che si tratti di un usciere che riceve una lettera o di una vicina di casa con un cane particolarmente dispettoso, Joël Dicker non lesina mai sulle loro caratteristiche né sulla ricerca di una verosimiglianza che odori di realtà e non di una messa in vetrina delle proprie capacità.

Un giallo avvincente da leggere in qualsiasi stagione, rilassati in una sdraio sul mare o immersi nel luminoso ambiente montano, sorseggiando spumante e assaporando crostini all'aragosta.

Consigliato a tutti coloro che amano i gialli e i colpi di scena.


 

Alcune note su Joel Dicker

Joël Dicker è nato a Ginevra nel 1985. La verità sul caso Harry Quebert è il suo secondo romanzo. Il primo, Les derniers jours de nos pères, ha ricevuto il Prix des écrivains genevois nel 2010. La verità sul caso Harry Quebert ha ottenuto il Grand Prix du roman de l’Académie Française 2012 e il Prix Goncourt des lycéens 2012, ed è tradotto in oltre 25 paesi. Nel 2016 Bompiani pubblica La tigre.


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