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RECENSIONE: L'uccello nero (Gunnar Gunnarsson)




Voto: 5/5

Autore: Gunnar Gunnarsson

Editore: Iperborea, 2021

Pagine: 274

Genere: Narrativa straniera

Prezzo: € 17.00 (cartaceo), € 9.99 (ebook)

Acquista: Libro, Ebook


 

Trama

In un'Islanda inquietante e desolata, due coppie sposate vivono in una fattoria isolata nei fiordi Nord Occidentali. Il destino ha voluto che, da una parte, a un uomo forte ed energico di nome Bjarni sia toccata una moglie che tossisce di continuo, mentre dall’altra una donna di bellezza non comune di nome Steinunn abbia accettato, per ragioni che è difficile comprendere, di legarsi a un mediocre contadino. Quando una delle mogli muore e il marito dell’altra scompare misteriosamente, i due sopravvissuti vengono processati per omicidio. Il narratore della vicenda è Eiúlvur, un giovane pastore timoroso e inesperto la cui influenza spirituale si estende fino alla sventurata fattoria, che osserva il susseguirsi degli eventi e partecipa al dibattito giudiziario. Mentre la situazione tesa e insostenibile delle relazioni fra i quattro viene lentamente svelata dalle testimonianze del processo, la storia acquisisce rapidamente profondità e suspense proprio attraverso lo sguardo e le riflessioni del curato, che si fa ogni giorno più tormentato dai dubbi e dalle domande sul vero significato di colpa, giustizia ed espiazione. Scritto nel 1928 e basato su un vero crimine, un duplice omicidio avvenuto agli inizi del XIX secolo che aveva lasciato ampie tracce di sé nella memoria collettiva islandese, L’uccello nero è un classico della letteratura nordica che ha fatto il giro del mondo.


Recensione

E' il primo romanzo che leggo di questo autore e non fatico a dare ragione a chi considera Gunnarsson un grande scrittore.

Il romanzo, scritto nel 1929, si ispira ad un fatto di cronaca reale avvenuto nei primi anni del 1800: l’uccisione di un contadino scomparso in un giorno d’inverno e, oltre un anno dopo, ributtato a riva sfigurato. Il cuor della storia è un delitto passionale. Essa viene narrata da Eiúlvur, il pastore della piccola comunità contadina di cui la vittima è un parrocchiano. Interviene anche una coloratissima sfilata di testimoni che non hanno visto nulla, ma che vengono comunque chiamati a deporre in tribunale. Ciascuno protagonista, per pochi capoversi, di un piccolo atto scenico, ciascuno tratteggiato in una indimenticabile fisionomia, ma anche dalle numerose voci che si moltiplicano nel paese e in tutta la contea. Voci timorose, ingegnose e malevole che rendono le fantasie e i sospetti cresciuti intorno al crimine, più orribili del crimine stesso. Lo stesso Eiúlvur, man mano che scorrono le pagine, si scopre non libero da colpa.

Intorno alla trama del romanzo vi è un margine di ignoto. Qualcosa che resta inesplicabile dopo il finale. Con le indagini viene fatta luce sul caso, ma resta comunque una parte di tenebra. Gunnarsson compone un’opera intensamente drammatica e poetica che ha come perno la mutevolezza dell’animo umano. Anche se è passato quasi un secolo, la storia riesce a suscitare nel lettore una profonda inquietudine. Lo fa in modo unico grazie ad una prosa che incanta, abbaglia e provoca

Un libro emozionante che consiglio a tutti coloro che cercano una riflessione sulla giustizia, sui sentimenti del cuore, sulla passione e sulla meschinità delle chiacchiere di paese e delle gelosie. Un romanzo creato diverso tempo fa, ma ancora molto attuale.


Alcune note su Gunnar Gunnarsson

Gunnar Gunnarsson (1889-1975), plurinominato al Nobel, è uno dei grandi nomi della letteratura islandese. Nato in una famiglia povera ma deciso a seguire la sua vocazione di scrittore, si trasferisce in Danimarca dove riesce a terminare gli studi e comincia a scrivere romanzi che presto gli procurano fama internazionale e i più prestigiosi riconoscimenti. Tutte le sue maggiori opere sono state scritte in danese, tra cui Il pastore d’Islanda, La chiesa sulla montagna, L’uccello nero, e solo in seguito tradotte in islandese dall’autore stesso, che torna in patria nel 1939 per rimanervi fino alla morte. Il pastore d'Islanda ha avuto svariate letture e interpretazioni sia in Islanda che all'estero.




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