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RECENSIONE: La figlia del drago di ferro (Michael Swanwick)




Autore: Michael Swanwick

Traduttore: Susanna Bini

Editore: Mercurio Books, 2024

Pagine: 400

Genere: Narrativa straniera, Fantasy

Prezzo: € 19.00 (cartaceo), € 9.99 (ebook)

Acquista: Libro, Ebook


 

Trama

Jane vuole sottrarsi a un destino infame e per farlo è disposta a pagare qualsiasi prezzo. È una changeling, una bambina scambiata nella culla, rapita al mondo umano. È stata condotta in catene in un universo fatato e guerrafondaio, e costretta a lavorare in una fabbrica di draghi di ferro, tenuti insieme dall’odio e dall’acciaio. Melanchthon è uno di loro, il più maligno e violento, ormai malfunzionante e destinato alla demolizione. Lui e Jane stringono un patto, uniti come sono da sentimenti di vendetta, rancore e voglia di bruciare ancora nella notte. La fuga dalla fabbrica è solo il primo passo, ma è ciò che viene dopo il vero incubo: crescere e trovare la propria strada in una società scomposta, consumata dall’avidità e dalla brama di potere, dalle droghe e dal sesso occasionale, il tutto con i più improbabili compagni: coboldi, fate, goblin ed elfi corrotti che sniffano polvere di fata in club esclusivi. Ma la magia dei draghi di ferro non conosce limiti, e Melanchthon infesterà la mente e il destino di Jane, finché un giorno non tornerà da lei per un ultimo folle volo. Michael Swanwick sovverte gli archetipi con un libro anarchico e febbrile, diventato in breve tempo un cult del dark fantasy. La figlia del drago di ferro è la storia di una bambina, di una ragazza, di una donna che combatte da sola contro la violenza del mondo e contro quel drago che, come un impulso autodistruttivo, non smette di venirci a trovare.


Recensione

Grazie alla casa editrice Mercurio Books torna disponibile il romanzo science-fantasy di Michael Swanwick, nominato per l'Arthur C. Clarke Award, il Locus Award, il World Fantasy Award per il Miglior Romanzo nel 1994 e Premio Alex nel 2009.

Incrocio di fantasy e steampunk, questo romanzo  immerge il lettore in un universo dove la magia si intreccia con un inquietante mondo industrializzato. L’indubbio punto di forza di questo libro è  sicuramente l’ambientazione.

 

Jane, la protagonista, è una changeling, scambiata nella culla, rapita agli umani e allevata in un universo guerrafondaio popolato da creature magiche, dove le gerarchie opprimenti delineano un'esistenza di sfruttamento. Costretta a lavorare in una fabbrica di draghi di ferro in condizioni degradanti, Jane scopre l'inevitabile conflitto tra il suo desiderio di libertà e le rigide convenzioni che la circondano. L'incontro con Melanchthon, un drago di ferro, il più maligno e violento, ormai malfunzionante e destinato alla demolizione, segna un punto di svolta nella sua vita, offrendole l'opportunità di scappare, ma anche di confrontarsi con le conseguenze delle sue scelte. La donna  intraprende un viaggio attraverso un mondo corrotto, pieno di magia perversa, tradimenti, droghe e alienazione, mentre cerca discoprire la sua vera identità e un modo per sfuggire alla realtà che la opprime. La magia dei draghi di ferro, però, non conosce limiti e Melanchthon infesta la mente e il destino di Jane, finché un giorno non torna da lei per un ultimo folle volo.

 

Come detto sopra l’ambientazione è grandiosa e anche il personaggio di Jane non è male, così come il suo rapporto con il drago. Purtroppo, però, la storia in sé manca un po’ di mordente, le scene si susseguono spesso senza troppa continuità e con salti temporali alcune volte disturbanti. Oltre a ciò la storia prosegue con diverse incongruenza. Perché Jane va all’università? Come fa ad andarci, senza documenti di sorta e lontana dall’influenza (comunque ormai sparita) del drago? Perché Galiagante si interessa a lei, che fini ha? Che senso ha il suo ritrovarsi continuamente intorno diverse incarnazioni della stessa persona, tanto più che hanno tutti bene o male la stessa età e quindi non possono essere vere reincarnazioni? Chi è la bambina che incontra nel finale?

 

Nonostante ciò l’autore scrive un romanzo di formazione che merita di essere preso in considerazione e che sembra raccontare le disuguaglianze e le tensioni della società contemporanea e offre un affresco di un mondo complesso e stratificato, dove la magia è una risorsa preziosa ma anche una fonte di conflitto.

 

 Un libro che consiglio a tutti coloro che cercano una lettura che sovverte le convenzioni dei generi letterari e invita a esplorare le ombre della condizione umana.


 

Alcune note su Michael Swanwick

Michael Swanwick è uno scrittore statunitense i cui romanzi e racconti hanno spostato la linea di confine della narrativa speculativa, costringendo il lettore a muoversi su territori sconosciuti. Autore prolifico e precursore della letteratura new weird e dell’immaginario steampunk, ha vinto diverse volte il premio Hugo e nel 1991 il premio Nebula.


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