Autore: David Thomson
Traduttore: Gilberto Tofani
Editore: Adelphi, 2022
Pagine: 605
Genere: Saggi, Cinema
Prezzo: € 34.00
Acquista: Libro
Trama
David Thomson, «il più grande critico cinematografico vivente» per John Banville, ha qui tentato una storia di Hollywood - la sua - e lo ha fatto col piglio caustico e malandrino che contraddistingue chi da sempre ama quel mondo e ciò che ha da offrire: sogni surrettiziamente innervati dalla realtà. Thomson prende spunto da un capolavoro, Chinatown, il mitico film di Roman Polanski del 1974, il che gli permette di ripartire da molto lontano, dalla crescita indiscriminata, corrotta e manovrata di Los Angeles, e di puntare la sua personale macchina da presa sulle speculazioni fraudolente intorno alla gestione dell'acqua e della viabilità, elementi che, sottotraccia, contribuirono notevolmente alla nascita e allo sviluppo di Hollywood. Ricostruisce poi la storia di quegli anni, dalle prime salette improvvisate ai grandi cinema, alla creazione degli Studios, affrontando il passaggio dal muto al sonoro, dal bianco e nero al colore e alle ulteriori innovazioni tecniche. Ma soprattutto racconta le storie, sempre curiose, spesso sordide, comunque illuminanti, dei grandi che hanno fatto grande il cinema: registi come Griffith, Welles o Hitchcock, divi come Greta Garbo o Marlene Dietrich, Humphrey Bogart o Jack Nicholson, e insieme produttori come Jack Warner, Louis Mayer o Samuel Goldwyn, nonché altre figure meno note ma non meno influenti. Thomson vuole darci «la formula perfetta», espressione che riprende dall'ultimo romanzo incompiuto di Fitzgerald, ambientato nella Mecca del cinema: l'equazione che sola può offrire una visione d'insieme di quel mondo, quell'arte, quel mestiere, quell'industria, quel gioco d'azzardo, in tutta la sua varietà, follia e grandezza.
Recensione
In questo saggio l'autore, celebre critico cinematografico britannico trapiantato da anni a San Francisco, traccia la sua corposa e sinfonica storia di Hollywood.
Partendo dagli albori del cinema arrivando ai primi anni Duemila, con un particolare focus sugli anni Trenta e Quaranta, il critico restituisce una Hollywood pullulante di attrici senza scrupoli, registi pedofili, produttori fedifraghi e imprenditori spregiudicati. Una "fabbrica di sogni" dove il fulcro di tutto sta spesso nell’interesse economico, motore produttivo e giustificazione dei peggiori azzardi. Los Angeles fa da culla a chi ha il sogno del cinema, con la sua capacità di affascinare e insieme la sua spietatezza, le sue regole scritte e non scritte che si perpetuano da decenni e che ne fanno una città dal legame indissolubile con l’industria che ospita. Vi è poi Hollywood piena di aneddoti, di cinismo e ritratti di personaggi improbabili che grazie magari ad una singola intuizione creativa riescono a svoltare per sempre il corso della propria vita.
Questo, però, non è solo un libro ricchissimo di aneddoti sui grandi protagonisti della storia del cinema, ma è anche una riflessione sul rapporto fra arte e soldi, fra creazione e business, sui compromessi che si accettano per l'ossessione del denaro, sull'importanza delle auto a Los Angeles, sui conti che non tornano mai (in modo particolare quando sui profitti ci sono da pagare le tasse) e sull'inestricabile dubbio in cui, fin dalla nascita, si dibatte l'Academy all'assegnazione dell'Oscar: successo o qualità?
Sono diversi e molti gli ingredienti che mischiati insieme, in modo sempre diverso e imprevisto, vanno a creare quella “formula perfetta” di cui Hollywood è fatta. Espressione che viene ripresa dall’ultimo romanzo incompiuto di Fitzgerald e che si riflette nel volume in vari modi: una visione del cinema che è una piccola storia del capitalismo occidentale e casi specifici in cui tale visione si esemplifica con vari gradi di magia, poca o nessuna se si tratta di un prodotto commerciale, molta se capita un’opera d’arte.
Un saggio che consiglio sicuramente ai cinefili, ma anche a coloro che vogliono leggere un saggio sul cinema diverso dalla classica critica.
Alcune note su David Thomson
David Thomson, nato nel 1941, ha scritto più di venti libri, dedicati in larga parte al cinema americano, tra i quali The Whole Equation: a History of Hollywood; Television: a Biography e Sleeping with Strangers: How the Movies Shaped Desire. È stato definito da John Banville «il più grande critico cinematografico vivente».
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