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RECENSIONE: Lo splendore trascurato del mondo. Una mistica quotidiana (Romano Màdera)

Aggiornamento: 20 gen 2023




Autore: Romano Màdera

Editore: Bollati Boringhieri, 2022

Pagine: 160

Genere: Saggi, Filosofia, Psicologia

Prezzo: € 14.00 (cartaceo), € 9.99 (ebook)

Acquista: Libro, Ebook


 

Trama

La dimensione mistica viene spesso associata a religioni o a discipline spirituali formali, eppure si tratta di un'esperienza universale accessibile a ognuno di noi. I momenti di estasi si manifestano come un «sentimento oceanico» di profonda connessione con il mondo, come slancio verso il tutto e fusione dei sensi, che trascinano la percezione del sé, sfumano i confini, aboliscono spazio e tempo. Attraverso una raffinata escursione storico-culturale, questo saggio mostra come l'estasi possa irrompere in qualsiasi momento a chiunque sia sufficientemente aperto alla ricerca di senso, non solo durante una preghiera o una meditazione, ma anche durante l'atto amoroso più profondo oppure, come è successo spesso nella storia, tramite il ricorso a sostanze psicotrope. Romano Màdera, filosofo e psicoanalista, offre qui un'appassionata indagine di un fenomeno renitente a qualsiasi classificazione che da sempre suscita interesse nella più varia umanità. Dopo un'analisi antropologica e filosofica della «mistica selvaggia», come la definiva Michel Hulin, vengono riportate le testimonianze di Freud, Jung e Fachinelli sugli effetti rigenerativi dell'estasi in campo terapeutico e psicoanalitico. Al centro dell'analisi entrano poi le varie fenomenologie mistiche: dagli approcci religiosi ecumenici, che giungono fino a Panikkar e Thích Nhâ't Ha.nh, alle manifestazioni laiche o atee nei casi esemplari di Rosa Luxemburg e Fritz Mauthner. Infine, nel contesto di una filosofia rinnovata - intesa non tanto come sapere intellettuale ma come schietto stile di vita - vengono proposte alcune pratiche per esercitare l'occhio a cogliere lo splendore trascurato del mondo. Muovendo da molteplici suggestioni, questo saggio restituisce la complessità - e al contempo la disarmante naturalezza - di un fenomeno che risponde a una ricerca spirituale sempre più diffusa nella disorientata società contemporanea.


Recensione

Cosa c’è di eterno in un mondo che basa la sua economia sulla velocità dei cambiamenti, che consuma, mastica, butta via così tanto da non riuscire a smaltire i rifiuti, rischiando di trasformarsi in un’enorme pattumiera? Inoltre, quale incanto troviamo in quello che ogni giorno ci passa sotto gli occhi, nelle difficoltà materiali e nei disagi psicologici che colpiscono ovunque attorno a noi? Oggi l’atmosfera è pesante ovunque, il mondo spaventa ed è spaventato, ci sentiamo come se fossimo in bilico su qualcosa che percepiamo senza vederlo e, non sapendo come affrontarlo, rischiamo di buttarci nel baratro spinti proprio dalla paura, dalla cecità, dall’immaturità e dall’incompetenza ad essere umani. A queste osservazioni risponde l’autore di questo libro, nonché filosofo e psicoanalista, che è proprio in questi tempi oscuro che bisogna alzare lo sguardo e captare la bellezza intrinseca del mondo inteso non solo come Terra, ma come il tutto che ci circonda, l’universo intero e la nostra presenza in esso. Un tale sguardo apre la strada alla meraviglia dell’essere che culmina in una esperienza mistica.


Oggi la parola “mistica” suona obsoleta, distante dalla sensibilità comune, o peggio ancora del tutto svalutata come fantasticheria da non prendere seriamente in considerazione. Inoltre viene recepita dai più quale espressione esoterica propria di questa o quella confessione religiosa. Bisogna però ricordare che tale vocabolo deriva dal verbo greco myein, che significa ammutolirsi, chiudere la bocca e abbassare gli occhi davanti all’indicibile di quel mistero che è il sacro/divino, dove l’ego vien messo a tacere e cessa ogni dualismo fra soggetto e oggetto. Per questo la mistica comporta una peculiarissima miopia in grado di permettere l’apertura del terzo occhio, quale è inteso presso in varie tradizioni orientali, che consente di vedere l’invisibile.


Un’esperienza mistica che l’autore definisce anche percezione estatica, e che non è rara, può accadere a chiunque sperimenti, di norma del tutto involontariamente, quello che Romain Rolland chiama sentimento oceanico. Questa emozione, continua, è un elemento comune che sta alla base di tutte le esperienze mistiche. Il sentimento oceanico è un abbandono alla meraviglia per lo splendore del mondo. L’effetto di questa esperienza è un senso di gioia profonda e inesprimibile, come del resto è l’esperienza mistica stessa di cui ogni mistico dice di non poterla tradurre in parole.


In questo saggio l’autore affronta diversi temi, quali il rapporto tra mistica e psicanalisi, segnato dalla corrispondenza tra Romain Rolland e Sigmund, quello tra mistica e religioni istituzionali in cui approfondisce il senso dell’affermazione fatta da alcuni secondo cui la religione del futuro o sarà mistica o non sarà, quello delle esperienze estatiche indotte da sostanze psichedeliche e quello tra mistica e filosofia.


Lo psicoanalista parla della filosofia del sentimento oceanico sostenendo che la filosofia non è solo una disciplina di studio, ma è piuttosto uno stile di vita. Almeno così la intendevano gli antichi, per i quali la finalità del filosofare era quella di formare uomini; persone capaci di apprezzare l’esistenza, di comprenderne lo splendore al di là del dolore e degli orrori contingenti della vita personale e della storia. Filosofi non sono gli insegnanti di filosofia, sostiene lo scrittore, e neppure quelli che scrivono di filosofia, ma quelli che vivono in modo filosofico cioè consapevole, interrogante, aperto alla meraviglia e alla contemplazione del mistero dell’essere.


Per l’autore la filosofia in un certo modo coincide con il sentimento oceanico, con la percezione di un’armonia, di una danza che la velocità della vita e il caos del mondo velano e oscurano, ma che è l’intima e permanente verità del reale. Così si può anche dire che il sentimento oceanico corrisponde al sentimento della realtà. La meraviglia è la vera profonda passione del filosofo e sta all’origine di una vita filosofica, ne è ugualmente il fine. La filosofia dunque è uno stile di vita ed è, allo stesso tempo, una vera e propria terapia contro la “malattia del vivere inconsapevoli” e contro le passioni negative che ci avvelenano inutilmente come il risentimento, il rimpianto, l’ansia per il futuro. Quanto tutto questo oggi ci sia necessario, credo lo possiamo capire tutti. Una maggiore educazione alla pratica filosofica come l’intende lo scrittore, ci avrebbe resi uomini e donne più profondi, meno fragili, più sereni e più consapevoli di quanto interdipendenti siamo gli uni dagli altri, di quale è il corretto rapporto tra noi e con la natura per vivere una vita più felice.


Un libro illuminante che consiglio a tutti coloro che sono intenzionati a farsi meravigliare dalle bellezze di ciò che ci circonda.


 

Alcune note su Romano Màdera

Romano Màdera è filosofo e psicoanalista. Già professore ordinario di Filosofia Morale e di Pratiche Filosofiche presso l’Università degli Studi di Milano-Bicocca, è fra i fondatori della Scuola superiore di Pratiche Filosofiche «Philo» e della Società degli analisti biografici a orientamento filosofico (SABOF). Fa parte delle associazioni di psicologia analitica AIPA e IAAP, del Laboratorio Analitico delle Immagini e della redazione della «Rivista di Psicologia Analitica». Tra le sue pubblicazioni ricordiamo: La carta del senso. Psicologia del profondo e vita filosofica (2012), Carl Gustav Jung. L’opera al rosso (2016), Sconfitta e utopia. Identità e feticismo attraverso Marx e Nietzsche (2018), Il caos del mondo e il caos degli affetti (2020, insieme a Gordon Cappelletty) e Il metodo biografico. Come formazione, cura, filosofia (2022). Collabora per vari giornali e trasmissioni radiofoniche italiane.


©2020 di Dalla carta allo schermo.

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