Autore: Michaela Kastel
Traduttore: Monica Pesetti
Editore: Emons Edizioni, 2019
Pagine: 235
Genere: Narrativa straniera, Thriller
Prezzo: € 15.00 (cartaceo), € 9.99 (ebook)
Trama
Da dieci anni Ronja vive in una vecchia casa nel bosco, lontana da ogni centro abitato. Non conosce molto del mondo, perché "papà" l'ha portata lì quando era una bambina. Ora è diventata grande, e non gli interessa più. Così tiene in ordine le camere, prepara da mangiare, si prende cura dei più piccoli e di Nika, a letto malata. Con l'aiuto di Jannik, suo coetaneo, si cala nel crepaccio in fondo al quale vengono gettate le ragazzine che non si adattano e cercano di scappare. Quando le riporta alla superficie, a volte sono ancora vive. A volte no, e l'uomo chiamato papà andrà a cercarne altre. Sono tante le bambine scomparse. Lola, Emma, Lisa, Mona, le gemelle Laura e Annika... Nella sconfortante assenza di indizi, la poliziotta che segue il caso non si dà pace e continua le indagini con ostinazione e coraggio. Ha fiuto, ma non sempre il pericolo è dove te lo aspetti. L'occasione di lasciarsi tutto alle spalle arriva all'improvviso, ma Ronja e Jannik scopriranno che anche una porta aperta può far paura.
Recensione
Questo libro mi ha sorpreso, non solo per la scrittura, ma anche per l’argomento.
Alla fine della lettura di questo romanzo, che tratta l’argomento in modo superbo, ho provato un misto di sollievo e di sconforto. Sollievo in quanto il pensiero che ci si trova davanti ad un racconto e non alla realtà, mi ha liberato dall’angoscia. Sconforto perché ciò che accade nel libro è accaduto sicuramente in qualche parte del mondo.
La storia raccontata è cruda e ruvida tanto che lo sconsiglio a tutti coloro che hanno timore nel leggere storie terribili di minori. La scrittura dell’autrice è fin troppo precisa e nitida anche laddove, forse, il lettore preferisce che venga calata un’ombra buia per nascondere, piuttosto che mostrare.
Una vicenda raccontata da punti di vista differenti, ma corale, che, mano a mano che progredisce, diventa sempre più mostruosa e colpisce allo stomaco.
L’autrice scrive in modo molto diretto, ha una ottima capacità descrittiva non solo degli ambienti, che pervadono il racconto non come un banale fondale, ma come co-protagonista della vicenda, ma anche dei singoli personaggi. Tutti loro vengono portati in scena in modo completo senza trascurare le paure e le ingenuità che in certi momenti fanno rabbia; in quanto son le ingenuità che riemergono quando la vita è stata fino a quel momento sottomissione. Vite che hanno parvenza di umanità e di normalità, ma che vengono frantumate dal brutale intervento che distrugge le infanzie e le tramuta in incubi.
Tutto ciò vivono e provano Ronja, Jannik e la serie di bambini che sono transitati in quella casa incastonata nel profondo della foresta dove non vi sono prìncipi o altri eroi disposti a salvarli.
Più si va avanti con la storia più le pagine diventano pesanti. Ci si aspetta sempre il peggio, ma molto lettori non sono preparati a ciò che l’autrice riesce abilmente ad apparecchiare su carta. Poi arriva la fine e si rimane con l’amaro in bocca, perché sicuramente vengono in mente tutti quei casi in cui i bambini sono trastullo di adulti e che purtroppo bambini non sono più.
Personalmente avrei preferito una fine più lieve, ma sicuramente ciò non si addice al voto di crudo realismo dell’autrice che ha segnato la fine più adatta, ma non quella sperata.
Una lettura che consiglio ai non deboli di cuore e a chi se la sente di guardare in fondo agli abissi del cuore e del comportamento umano senza rimanerne paralizzato.
Alcune note su Michaela Kastel
Michaela Kastel, nata a Vienna nel 1987, è cresciuta in un paesino della Bassa Austria. Ha compiuto gli studi universitari nella capitale dove oggi vive e lavora in una piccola libreria indipendente. Ha pubblicato i romanzi Hinter dem Spiegel (2015), Die Sterblichkeit der Seele (2017), Nella tana (2018) e Worüber wir schweigen (2019). Nella tana ha ricevuto il prestigioso Viktor Crime Award nel 2018 e presto sarà portato sugli schermi.
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