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RECENSIONE: Piantare patate su Marte. Il lungo viaggio dell'agricoltura (Stefania De Pascale)




Autore: Stefania De Pascale

Editore: Aboca Edizioni, 2024

Pagine: 160

Genere: Saggi, Scienze

Prezzo: € 19.50 (cartaceo), € 12.99 (e-book)

Acquista: Libro, E-book


 

Trama

Scopriamo perché i futuri coloni di Marte saranno astronauti-agricoltori, principalmente vegetariani. Di fronte all’immensità dello spazio, l’uomo ha sempre cercato modi per avventurarsi nell’ignoto e conquistare nuove frontiere. Le nostre ambizioni non conoscono limiti, ma adesso, mentre ci avventuriamo in una nuova corsa allo spazio, con obiettivi scientifici e romantici insieme come il ritorno dell’uomo sulla Luna e il primo viaggio su Marte, una domanda si fa pressante: come possiamo sostentarci nell’ambiente ostile dello spazio? Nutrirci, dissetarci, tenerci in salute a livello fisico e mentale? Come sarebbe il mondo senza piante? Semplicemente non esisterebbe… La nostra vita dipende dal regno vegetale, a cui siamo legati da una relazione simbiotica, anche se spesso lo ignoriamo. Le piante hanno colonizzato il pianeta molto prima di noi, sono i polmoni verdi della Terra, sottraggono anidride carbonica all’atmosfera e producono ossigeno, svolgono un ruolo importantissimo nel ciclo dell’acqua e, attraverso la simbiosi con alcuni batteri, sono in grado di fissare l’azoto rendendolo disponibile per gli esseri viventi. La Terra è definita il Pianeta Verde proprio perché è ricoperta di piante al contrario di altri pianeti del sistema solare come Marte, il Pianeta Rosso, in cui non è ancora stata individuata alcuna forma di vita. Ma se l’uomo desidera davvero superare i limiti terrestri e provare a vivere “là fuori”, dovrà trovare degli stratagemmi per ricreare le condizioni di vita necessarie alla sopravvivenza. La possibilità di realizzare missioni spaziali estese, con lunghi periodi di permanenza a bordo di piattaforme spaziali orbitanti o in colonie spaziali sulla Luna o su Marte, è legata alla capacità di creare un sistema biorigenerativo di supporto alla vita e, tra tutti gli organismi studiati per questa funzione, a oggi le piante rappresentano i rigeneratori più promettenti. È qui che entra in gioco l’agricoltura spaziale, la pratica di coltivare piante per sostenere la vita in un ambiente extraterrestre. Stefania De Pascale, pioniera assoluta a livello internazionale in questo campo, ci spiega quali sono le sfide biologiche e tecnologiche che abbiamo di fronte e come potremmo fare per superarle, attribuendo all’agricoltura spaziale un ruolo cruciale nel promuovere pratiche responsabili e sostenibili verso il nostro pianeta e il cosmo. Un’inedita lezione per un futuro migliore che parte dallo spazio per tornare sulla Terra.


Recensione

Quasi dieci anni fa è uscito nelle sale cinematografiche il  film “The Martian” di Ridley Scott dove l’astronauta, interpretato da Matt Damon, disperso su Marte, fa crescere un raccolto di tuberi con un sistema di irrigazione fai-da-te. Tutto ciò potrebbe diventare realtà grazie all’agricoltura spaziale.


Le esplorazioni spaziali sono sempre più frequenti e di lunga durata e per questo richiedono un diverso approccio nell’approvvigionamento delle risorse vitali e del cibo per gli astronauti. La possibilità di realizzare missioni spaziali a lunga permanenza dell’uomo a bordo di piattaforme spaziali orbitanti o in colonie spaziali su Luna o su Marte è, infatti, legata alla possibilità di creare un ecosistema artificiale, ovvero un sistema di controllo ambientale biorigenerativo di supporto alla vita e, tra tutti gli organismi studiati per questa funzione, a oggi le piante rappresentano i rigeneratori più promettenti. È qui che entra in gioco l’agricoltura spaziale, la pratica di coltivare piante per sostenere la vita in un ambiente extraterrestre. Inoltre, la ricerca di possibili soluzioni per il supporto alla vita dell’uomo nell’esplorazione spaziale produce conoscenze e tecnologie che possono essere utilizzate per la coltivazione delle piante in ambienti estremi sulla Terra quali i deserti, i Poli o le moderne megalopoli e per la messa a punto di soluzioni più sostenibili per l’agricoltura terrestre e per combattere la fame nel mondo.


L’autrice, professoressa ordinaria di Orticoltura e Floricoltura presso il Dipartimento di Agraria dell’Università “Federico II” di Napoli e pioniera a livello internazionale in questo campo, ci spiega quali sono le sfide biologiche e tecnologiche che si hanno di fronte e come di può fare per superarle, attribuendo all’agricoltura spaziale un ruolo cruciale nel promuovere pratiche responsabili e sostenibili verso il nostro pianeta e il cosmo. Un’inedita lezione per un futuro migliore che parte dallo spazio per tornare sulla Terra.


Questo ottimo saggio è anche un racconto della storia delle esplorazioni spaziali, dell’agricoltura e del cibo spaziale, che mostra come i progetti di ricerca in questo campo siano fatti di collaborazioni internazionali, sinergie e giovani ricercatori coraggiosi.


Un libro che consiglio a tutti coloro che cercano una inedita lezione per un futuro migliore che parte dallo Spazio per poi avere conseguenze importanti anche sulla Terra.

 

Alcune note su Stefania De Pascale

Stefania De Pascale è professoressa ordinaria di Orticoltura e Floricoltura presso il Dipartimento di Agraria dell’Università “Federico II” di Napoli. Da oltre 25 anni si interessa della coltivazione di piante per il supporto all’esplorazione umana dello spazio nell’ambito di progetti di ricerca finanziati dall’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) e dall’Agenzia Spaziale Europea (ESA). Nel 2019 ha fondato il Laboratory of Crop Research for Space, un laboratorio dedicato alla caratterizzazione delle piante per i sistemi rigenerativi di supporto alla vita nello spazio, nato dalla collaborazione con il programma MELiSSA dell’ESA che studia, dal 1987, i sistemi di supporto vitale a ciclo chiuso con un approccio di tipo ecosistemico.


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