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RECENSIONE: Qui non c'è niente per te, ricordi? (Sarah Rose Etter)




Autore: Sarah Rose Etter

Traduttore: Lorenzo Medici

Editore: La Nuova Frontiera, 2024

Pagine: 288

Genere: Narrativa straniera, Narrativa moderna e contemporanea

Prezzo: € 18.50 (cartaceo), € 11.99 (ebook)

Acquista: Libro, Ebook


 

Trama

Dopo appena un anno il lavoro dei sogni di Cassie in una start-up della Silicon Valley si trasforma in un incubo. Schiacciata da orari di lavoro massacranti e richieste irragionevoli, smarrisce il senso della propria esistenza. Anche l’immagine sfavillante di San Francisco, con le sue promesse seducenti, si scontra bruscamente con la cruda realtà della disuguaglianza, in cui la ricchezza si mostra accanto alla miseria degli esclusi. In questo panorama infernale, anche se isolata, Cassie non è mai sola. Fin dalla nascita è accompagnata da un buco nero che si nutre delle sue ansie, dilatandosi o restringendosi in base al suo stato d’animo, e la osserva, aspettando il momento di avvolgerla completamente, mentre il mondo intorno a lei sembra andare in pezzi.Quando l’amministratore delegato la spinge a usare qualsiasi mezzo, lecito o illecito, contro il loro principale concorrente, Cassie dovrà decidere se il miraggio del successo merita davvero quell’estremo sacrificio.Lucido, caustico, profondo, Qui non c’è niente per te, ricordi? racconta l’odissea di una millennial che si barcamena in una società tardo-capitalista.


Recensione

In questo romanzo, l'autrice statunitense, offre al lettore una narrazione struggente e inquietante della vita di Cassie, una giovane donna che lotta contro la solitudine e il disfacimento emotivo. Il titolo, che risuona come un doloroso promemoria di vuoto e perdita, cattura perfettamente l’essenza della storia: una costante assenza di speranza, un luogo dove niente sembra più avere senso. La protagonista vive e lavora a Silicon Valley, un ambiente dove il successo professionale è spietatamente legato al sacrificio personale. Immergendosi in un lavoro estenuante presso una startup tecnologica, Cassie si sente inghiottita da una vita che si fa sempre più insopportabile. Il buco nero che solo lei può vedere, una presenza costante e minacciosa, è un simbolo potente del suo malessere interiore, che si espande e si contrae insieme alle sue emozioni più oscure. La sua vita diventa una battaglia contro il vuoto, in un mondo che, pur in rovina, non sembra mai fermarsi.


Per reggere la partita, Cassie utilizza la droga che assume fin dalle prime ore del mattino per essere produttiva, performante, diventando una finta-sé-stessa e confermando il motto del suo amministratore delegato: “Non fermarti mai. Lavora più sodo. Cresci più che puoi. Trascendi le tue paure. Lascia a casa i sentimenti. Conta solo il risultato”. Il cuore, invece, batte controcorrente. La narrazione segue la trentatreenne nella quotidianità, tra il lavoro alienante, un amore impossibile e fallimentare, amicizie di convenienza e i suoi ricordi familiari, dove un affetto e una grande complicità la legano al padre, mentre sua madre è come una vespa che la punzecchia in continuazione. Anche San Francisco ha un preciso ruolo all'interno del romanzo: è la città degli opposti, dei ricchi e dei senzatetto, che trasforma le persone in tanti gusci vuoti.


La scrittura risulta affilata, tagliente, ma colma di un’intimità che fa sì che il lettore senta il le paure di Cassie come fossero le proprie. In questo romanzo, il fallimento personale, il crollo psicologico e l’alienazione si intrecciano con le catastrofi globali. In mezzo a tutto questo, la donna sperimenta un vuoto enorme.


Consiglio questa lettura a tutti coloro che cercano un libro dolceamaro e di una potenza spiazzante, dove tutto accade e dove il lettore si immerge in un enorme abisso.


 

Alcune note su Sarah Rose Etter

Sarah Rose Etter è autrice della raccolta di racconti Tongue Party e del romanzo Il libro di X (Pidgin 2021) vincitore del Premio Shirley Jackson. I suoi testi sono apparsi su Time, Guernica, Bomb, Bennington Review, The Cut e Vice.


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