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RECENSIONE: Sine Die. Cronaca del confinamento. (Éric Chevillard)

Aggiornamento: 18 feb 2021



Voto: 3/5

Autore: Éric Chevillard

Editore: Prehistorica Editore, 2020

Pagine: 96

Genere: Narrativa straniera, Narrativa moderna e contemporanea

Prezzo: € 10.00

Acquista: Libro


 

Trama

L'ho chiamato Lachesis. È un bel nome, trovo, per un ragno. Da qualche giorno, al fine di rompere il mio isolamento e non limitare le interazioni affettive ai tre membri della mia famiglia reclusi con me, ho iniziato ad addomesticarlo. Il suo filo di seta è l'ultimo legame che mi tiene attaccato al mondo. Storicamente, in corrispondenza di eventi straordinariamente tragici, persino la più superficiale e cinica delle società torna a interrogarsi sulla necessità dei propri fondamenti, rivolgendosi ai grandi pensatori. Così è anche per il confinamento a oltranza, dettato dall'emergenza Covid-19, che sta mettendo e metterà a durissima prova la tenuta della popolazione planetaria. Proprio in questo periodo, una Francia sconcertata ha guardato alle cronache quotidiane di Éric Chevillard - date alle stampe inizialmente presso Le Monde poi sul seguitissimo blog dell'autore. Approfondendo il solco tracciato da Kafka e Beckett, Chevillard sonda l'assurdo, la nausea, il dolore cieco di questi "tempi nuovi". Prehistorica Editore presenta quindi per l'Italia questa raccolta di cronache, quale doveroso e coraggioso tentativo di opporre la Parola al silenzio.


Recensione

Chevillard è uno dei più originali scrittori della nuova scena letteraria francese. E' uno scrittore che spiazza e meraviglia i lettori. Uno scrittore tutto da scoprire e Prehistorica Editore gli dedica una intera collana così da poterlo apprezzare anche nella nostra penisola.

Questa casa editrice ha pubblicato recentemente questo libro dove vengono raccolte le cronache che lo scrittore ha tenuto quotidianamente su Le Monde e successivamente sul suo seguitissimo blog.

Chevillard annota per gli oltre cinquanta giorni della quarantena il suo umore attraverso riflessioni che diventano il racconto di un quotidiano sconcertato dalla noia e dall'assurdo che ci ha costretti a fare i conti con la nostra dimensione umana.

Scritto tra marzo e maggio 2020, questo piccolo libro contiene tutto il mondo dello scrittore. Chevillard usa la scrittura come anticorpo per tentare di ritrovare un ordine nella nuova esistenza. Riempie pagine per suonare assoli malinconici, per mettere nero su bianco inquietudini e sogni, per continuare a vivere. Chevillard nella sua scrittura è spietato e tremendamente vero. Il trentacinquesimo giorno di confinamento scrive, con grande verità, che da questa prova non ne usciremo migliori, non modificheremo le nostre abitudini.

Per l'autore, la scrittura è l'antidoto al virus, la via di fuga alla pandemia. Per Chevillard ciò che funziona su carta ha sempre costituito la realtà possibile. Nelle sue cronache troviamo le parole coraggiose di uno scrittore che chiama ogni cosa con il suo nome anche davanti ad una esperienza radicale come la privazione della libertà.


 

Alcune note su Éric Chevillard

Éric Chevillard è nato nel 1964 a La Roche-sur-Yon e, come recita non senza ironia il suo sito, “ieri il suo biografo è morto di noia”. Si tratta indubbiamente di uno dei massimi scrittori francesi contemporanei, che ha saputo suscitare il vivo interesse di critica e pubblico, anche all’estero. Ideatore del fortunatissimo blog letterario, L’Autofictif, ha nel corso degli anni ottenuto diversi e prestigiosi premi, come il Prix Fénéon, il Prix Wepler, il Prix Roger-Caillois, il Pix Virilo e il Prix Vialatte per l’insieme della sua opera. Molti dei suoi capolavori sono tradotti, in inglese, spagnolo, tedesco, russo, croato, romeno, svedese e cinese. Nel 2013, la traduzione di un suo romanzo, Préhistoire (1994; Prehistoric Times), si è aggiudicata il Best Translated Book Award – premio statunitense assegnato dalla rivista Open Letters e dall’università di Rochester. Ha scritto oltre venti opere – volendo menzionare solo i romanzi – pubblicate dalla leggendaria casa editrice francese Les Éditions de Minuit, diventata grande con Samuel Beckett e il Nouveau Roman. Sul riccio è il primo testo in assoluto pubblicato da Prehistorica Editore, ed è a oggi il terzo romanzo dell’autore edito in Italia: tutti sono stati tradotti da Gianmaria Finardi.


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