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RECENSIONE: Territori improbabili. Una storia architettonica dell'umanità. (Pedro Torrijos)




Autore: Pedro Torrijios

Editore: Il Saggiatore, 2024

Pagine: 344

Genere: Saggi, Architettura

Prezzo: € 29.00

Acquista: Libro


 

Trama

Dietro ognuna delle mete qui raccolte c’è una storia cui è difficile credere. È il racconto di piccoli eventi e grandi imprese, di successi e fallimenti, di cimiteri ferroviari e navi volanti, di cicatrici di cemento, castelli di cartapesta e fantasie stralunate: da Fordlândia, la città utopico-industriale edificata da Henry Ford in Brasile, alle carceri panottiche progettate dai pensatori razionalisti del Settecento, dalle architetture boliviane simili a Transformer alle isole popolate di bambole inquietanti. Enormi o microscopici, futuristici o primitivi, abbandonati o affollati, in queste pagine si alternano luoghi che non esistono più, vittime del tempo o della superbia; luoghi che abbiamo sotto al naso ma non vediamo per noia o distrazione; luoghi che non possiamo smettere di guardare e luoghi che non vogliamo vedere perché ci fanno paura o ci ricordano la nostra insignificanza; luoghi, infine, che non dovrebbero esistere perché sembrano vivere nel passato, nel futuro o nei recessi dell’immaginazione. Territori improbabili scandaglia il pianeta alla ricerca di stranezza, eccentricità ed estro, esortandoci a riconoscere bellezza e significato anche tra pilastri di cemento e cataste di ferro arrugginito. Un’opera che ci ricorda come ogni edificio brilli della luce delle ambizioni che lo hanno eretto e insieme a esse si spenga; ma anche come la sua storia sia composta di altre storie, che insieme a essa gli sopravvivranno.


Recensione

Per chi non lo conoscesse, Pedro Torrijos, molto attivo sui social, ha una straordinaria capacità divulgativa che spinge tutti quanti, nessuno escluso, ad interessarsi di architettura.


I soffitti, le pareti e perfino gli orizzonti che appaiono attraverso finestre e balconi sono gli elementi che gli architetti utilizzano per determinare il modo in cui esistiamo e l'autore lo sa bene. Però ai più è stato insegnato solo ad ammirare le realizzazioni dei grandi architetti come , ad esempio, Óscar Niemeyer , Richard Meier , Norman Foster , Zaha Hadid e Santiago Calatrava. Ma c'è un'altra architettura, molto più umana, divertente e soprattutto con una storia molto più emozionante da raccontare, e di cui non abbiamo idea. Situato in territori attraverso i quali ognuno di noi farebbe volentieri un viaggio.


Questo saggio porta il lettore proprio in questi territori. L'autore non vuole occuparsi del

valore artistico o culturale delle strutture, ma si concentra principalmente sulla storia umana e sociale che sta dietro edifici e/o città. Ciò che Torrijos racconta è un'esperienza, ed è la cosa più simile ad un autentico viaggio.


Anche il libro è costruito geometricamente come si addice ad un architetto: cinque sezioni, dieci capitoli ciascuna (escludendo la prefazione che caratterizza l'inizio di ogni sezione) che si concludono per il lettore con la stessa domanda: vediamo dove mi porta ora Torrijos.


La prima sezione si occupa dei "Luoghi che non esistono più". L'autore racconta di Fordlandia, una città voluta da Henry Ford, il magnate dell'automobile, nel bel mezzo della foresta amazzonica brasiliana per l'estrazione della gomma che serviva alla fabbricazione degli pneumatici. Continua con Kolmanskop, la città mineraria mangiata dal deserto; Instant City a Ibiza; Presidio Modelo a Cuba e molti altri luoghi


In "Luoghi che non vediamo", seconda sezione, l'autore racconta storie di luoghi sotterranei, letteralmente invisibili ma non per questo meno reali. Alcuni esempi: Rascainfiernos, la casa-pozzo di un architetto geniale di nome Fernando Higueras; la cattedrale di sale di Zipaquirà in Colombia, una chiesa costruita nelle viscere della terra, ex miniere di sale; La Plata in Argentina, città la cui pianta incredibilmente perfetta si può comprendere solo da satellite.


La terza sezione, "Luoghi da cui è impossibile allontanare lo sguardo", Torrijos parla delle origini di Brasilia, la capitale costruita in soli quattro anni; racconta l'assurda architettura unica al mondo, detta cholet di El Alto, Bolivia, una città che si trova a più di quattromila metri di altitudine; racconta di Shibam nello Yemen, un luogo nel bel mezzo del deserto che però è pieno di grattacieli di adobe e calce. Luoghi magnetici che sfidano le tradizioni.


Nella quarta sezione, "Luoghi che non vorremmo guardare", l'autore si concentra su posti mostruosi, illegali e folli e strambi. Qui il lettore incontra le mura del Castello della morte, a Chicago; l'isola delle bambole in Messico, un luogo che farebbe rizzare i peli sul corpo di chiunque; il cimitero ferroviario di Uyuni.


L'ultima sezione, "Luoghi che non dovremmo esistere", comprende delle storie ancora più strambe, raccontate però sempre con un tono divertente e coinvolgente. Si incontra la storia di Benidorm e i suoi grattacieli senza senso; il Museo Ebraico di Berlino e la sua nascita; il Centre Pompidou e il motivo della sua portata rivoluzionaria.


Questo volume è una ottima guida che trasporta il lettore verso luoghi che, molto probabilmente, non avrebbe mai immaginato e forse neanche scoperto.


Un saggio mai noioso e molto coinvolgente, impreziosito da fotografie, che consiglio sicuramente ad architetti ed affini, ma anche a tutti coloro che vogliono scoprire luoghi curiosi e fuori dell'ordinario.


 

Alcune note su Pedro Torrijos

Pedro Torrijos è nato a Madrid nel 1975, è scrittore, narratore e architetto. Pubblica su El País ed è autore di podcast e iniziative culturali. Territori improbabili è il suo primo libro.


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